Sulla base delle abbozzate linee guida emerse dal primo incontro, la nostra proposta é quella di seguire la tematica riguardante le restrizioni fisiche che Barney si autoimpone, traslandola su di un piano differente, ovvero quello della disabilità mentale e della malattia psichiatrica(tenendo conto del nostro background professionale, che é quello dei setting arte-terapeutici), in cui il ritardo cognitivo o la malattia del pensiero sono gli agenti restrittivi(interni al soggetto e non fisicamente imposti dall'esterno)dell'attività e della produzione espressvo-artistica dei soggetti.
Ogni patologia porta ad una produzione grafica ben specifica, soprattutto negli individui fortemente destrutturati(come nei casi di psicosi gravi o d'autismo), inoltre la scelta dei materiali e dei supporti da essi richiesti sono lo specchio delle loro attitudini relazionali(spesso carenti) e delle loro fobie, che all'interno del setting(anch'esso studiato ad hoc a seconda delle peculiarità del paziente)assumono la dimensione di scelte pragmatiche e stilistuche ben precise. La loro produzione grafica é la sublimazione di condotte compulsive o ritualistiche a cui spesso s'aggiunge un'alterata capacità percettiva che rende difficile il passaggio dalla percezione del particolare ad una vista d'insieme. Queste sono solo alcune delle restrizioni psico-fisiche portate da un deficit cognitivo o dall'alterazione patologica del pensiero, quindi ci é sembrato di proporre questo spunto, trovandolo decisamente fecondo.
Alessandro Francesca Christian (Accademia Albertina)
Ogni patologia porta ad una produzione grafica ben specifica, soprattutto negli individui fortemente destrutturati(come nei casi di psicosi gravi o d'autismo), inoltre la scelta dei materiali e dei supporti da essi richiesti sono lo specchio delle loro attitudini relazionali(spesso carenti) e delle loro fobie, che all'interno del setting(anch'esso studiato ad hoc a seconda delle peculiarità del paziente)assumono la dimensione di scelte pragmatiche e stilistuche ben precise. La loro produzione grafica é la sublimazione di condotte compulsive o ritualistiche a cui spesso s'aggiunge un'alterata capacità percettiva che rende difficile il passaggio dalla percezione del particolare ad una vista d'insieme. Queste sono solo alcune delle restrizioni psico-fisiche portate da un deficit cognitivo o dall'alterazione patologica del pensiero, quindi ci é sembrato di proporre questo spunto, trovandolo decisamente fecondo.
Alessandro Francesca Christian (Accademia Albertina)
