mercoledì 29 ottobre 2008
lunedì 27 ottobre 2008
CI SIAMO QUASI...
giovedì 23 ottobre 2008
Cognitive restraints in art-therapeutic setting’s experienceand restraints in Barney’s DR
In our essay on Drawing Restraint we have chosen to start from the art-therapeutic setting’s experience: that is to say, suitably equipped places used in rehabilitation therapy of subjects affected by psychical diseases and cognitive retardations. In these rehabilitation environments, specific tools and equipment are employed to develop an aid to cope with cognitive restraints. We end with the therapeutic activity leading to a final product, that is the sensible evidence of the interaction between patient, setting, equipment and relationship with the therapist.
Starting from this practice we analyzed Drawing Restraint series in which Barney decides to restraint his creative process by means of self-imposed restrictions. In art-therapeutic setting there is an organization of the environment by means of specific affective-relational therapeutic intervention, whereas in Barney’s work this process of structuring is functional to his operational criteria.
In the following, we briefly introduce art-therapeutic setting’s experience by showing some cases of patients and their creative works, then we are going to find out in Drawing Restraint a connection in terms of restraints/structure and expressive means. In the end we’d like to put some questions that seem unavoidable when considering linguistic transformations in Drawing Restraint (from DR1 to DR16).
To sum up:
There seems to be a strict relation between what might be called the imposition of material/situational restraints and the increase of expressive possibilities (DR1). At a certain stage of your work, it seems that the idea of 'restraint' has become more metaphorical (rather than simply concerning the material conditions of the artistic gesture - e.g. in DR9). What is then the relation between such metaphorical restraints and expressive possibilities? What kind of effect such a process of 'metaphorization' does have on expressive possibilities? Have you discovered that in the end their relation is not so strict?
(Francesca, Christian, Alessandra, Davide, Raffaella, Alessandro)
mercoledì 22 ottobre 2008
PROVA GENERALE
lunedì 20 ottobre 2008
Rituals and tradition
The result of this treble process never reach balance because every state of Production leads automatically to a new Situation. It is a continuous circular process where every finishing line corresponds to a starting one. It is an endless process in which reality is create and dissolute continuously.
We decided to associate Situation, Condition and Production as postulated by Barney to other three phases which we name: Desire, Sacrifice and Result.
We consider Desire as primary state of human condition, a feeling of incompleteness and privation which leads human beings to the action. They have to resolve this primordial tribulation trying to fill up this ancestral lack. Only through Sacrifice (seen also as physical and/or mental effort) this primordial lack could be sort out. The Result of this tribulation is a new identity. Even if a new identity is reached, the state of desire recurs again and the rite restarts.
These three phases process underlines a strong analogy with religious rituality. Analyzing Barney’s production in its ritual aspects we would like to approach Christian Italian traditional rituals. We decided to focus on the Vattienti’s rite. Through this purification rite practiced on Holy Friday by the inhabitants of Nocera Terinese (a small village in South Italy) we would like to let emerge a fruitful dialogue. The treble scheme submitted to the ritual practices we described before could be retrieved in Vattienti’s run:
- Sense of lack towards divine perfection due to the desire of redemption.
- Bodily mortification to recreate the Christ suffering condition.
- Spiritual renaissance of the whole Nocera Terinese community.
Inspired by the Drawing Restraint series study and observation we decided to develop an interpretation of the work reasoning about some ritual process’ aspects and particularities. We would like to investigate the concept of restriction starting from the believes and the religious traditions which have characterized our country tradition continuing to exert influence on its development.
sabato 18 ottobre 2008
TESTO IN INGLESE
giovedì 16 ottobre 2008
Il rito
Al rito, inteso come una tecnica magica o religiosa cioè diretta ad ottenere un controllo delle forze naturali che le tecniche razionali non possono offrire (Dizionario di Filosofia, Nicola Abbagnano), è possibile associare le tre fasi del lavoro di Matthew Barney: situation, condition e production presenti nella serie Drawing Restraint.
Questo processo, questo rito, non porta mai all'equilibrio, all'armonia, poiché ogni Production diventa automaticamente una nuova Situation, creando così un circolo, dove ogni punto d'arrivo è anche sempre un nuovo punto di inizio, in un processo infinito di dissoluzione e creazione della realtà.
Drawing Restraint 9
- I due Ospiti Occidentali sono inizialmente separati, assorti nell’indeterminatezza ma consapevoli che qualcosa di importante sta per accadere. Arrivo dei due host sulla nave baleniera giapponese (entrata/ingestione). Costruzione e riempimento del Field Emblem.
- Vestizione e preparazione dei due ospiti. Cerimonia del tè. Celebrazione del matrimonio di tradizione scintoista (attraversamento della nave/elaborazione). Solidificazione del Field Emblem.
- Morte e rinascita. Amputazione e conseguente trasformazione in cetacei (uscita/espulsione). Sfaldamento del Field Emblem.
A queste tre fasi, strutturali dell'opera di Barney, abbiamo associato altri tre stadi desiderio, sacrificio (rispetto della disciplina), risultato.
a) Desiderio: condizione originaria di mancanza dell’essere umano, sentimento di incompletezza che genera il bisogno di colmare tale vuoto e, quindi, l'urgenza di agire.
b) Sacrificio (Rispetto della disciplina): sforzo fisico e mentale volto al superamento di tale mancanza.
c) Risultato: è il prodotto vale a dire la nuova identità che il soggetto acquisisce mediante il sacrificio, in seguito alla morte ed alla rinascita (che si può dire avvenga anche nel processo creativo come morte dell'artista e rinascita nell'opera d'arte); è il prolungamento del sé verso la trascendenza o nell'opera d'arte.
Le tre fasi così intese evidenziano una forte analogia con la più ampia sfera della ritualità religiosa.
Abbiamo notato che nel "rito" di Matthew Barney l'aspetto dell'espiazione, concetto prettamente cattolico-cristiano di sacrificio, non è stato riscontrato, mentre la nostra tradizione italiana, soprattutto meridionale, è colma di rituali cattolici incentrati sulla fase del sacrificio e della mortificazione del corpo.
Questo giustifica la nostra scelta operativa di aver voluto indagare il sistema rituale in Italia così da poterlo contrapporre al linguaggio adottato dall'artista americano e far emergere elementi di discussione e di dialogo; ne abbiamo scelto uno come modello, il rito dei vattienti (Calabria) e da qui abbiamo elaborato un ulteriore schema che mostri le tre fasi:
a) sentimento di mancanza rispetto alla perfezione divina (che può anche essere pensato come sentimento di mancanza rispetto alla morale cristiana, dovuto all'aver peccato);
b) il sacrificio corrisponde al rituale vero e proprio, vestizione, preparazione fisica e psichica, inizio della processione e mortificazione del corpo;
c) conclusione del percorso e rinascita spirituale (espiazione dei propri peccati) che permette un avvicinamento al sacrificio del Cristo.
La figura di Cristo risulta essere essenziale, non solo perché l'avvicinamento ad essa si può interpretare come una forma di trascendenza (di trascendere il corpo per innalzare lo spirito), ma anche perché la vicenda cristologica stessa può rientrare all'interno di questo schema rituale, il Dio che per comunicare con l'umanità si fa lui stesso uomo (si pone "il restraint" ) e si sacrifica (mortificando il suo corpo fino alla morte) per poi rinascere come spirito e tornare nei cieli.
Lo stesso rispetto della disciplina e sacrificio che in Barney si manifesta attraverso l'ipertrofia e il conseguente aumento della massa muscolare (dovuto allo sforzo fisico dei restraint), nel rituale dei vattienti diventa idea di mortificazione del corpo e sacrificio/espiazione.
Beatrice, Francesca D., Francesca V., Luca, Mario, Monica, Sara, Vittorio.
mercoledì 15 ottobre 2008
martedì 14 ottobre 2008
CALENDARIO PROSSIMI INCONTRI - VARIAZIONE IMPORTANTE
lunedì 13 ottobre 2008
Il progetto sul tema delle Restrizioni Cognitive può essere riassunto in sintesi, con le tabelle che seguono:
*queste due tabelle sono solo un riferimento strutturale dei concetti e dei parametri emersi finora, riflettendo da una parte sull’esperienza del setting-art terapeutico per malati psichici, dall’altra sull’opera Drawing Restraint di Matthew Barney.
(Davide, Francesca, Alessandro, Alessandra, Christian)
O C C H I O non V E D E
COMPONENTI GRUPPO: Alessandro Baro, Guglielmo Castelli, Edoardo Cinalli, Arianna Merlo, Giulia Nota, Simone Prone.
Il nostro lavoro parte dallo studio di una tavola anatomica degli anni sessanta relativa alla struttura dell’occhio.
In riferimento al lavoro di Matthew Barney e al processo visivo, si è posto l’accento sul “restraint” imposto dal non capovolgimento dell’immagine sulla retina. Tale restrizione non avviene per cause patologiche, bensì è indotta tramite l’ausilio di strumenti in grado di alterare la percezione visiva.
Da questo parte il nostro esperimento che consiste nel sottoporre un soggetto a tale restrizione.
Osservando questa “nuova” realtà egli viene sottoposto automaticamente alle tre fasi di: situation, condition, production.
Situation (introduzione del restraint):
al soggetto viene imposto il restraint esterno, il quale altera la sua visione impedendo il ribaltamento dell’immagine sulla retina.
Condition (processo di adattamento):
- Come si presenta la nuova visione? Quali disturbi provoca questa restrizione (giramenti di testa, nausea,cefalee…)?
- Qual è la reazione fisica immediata? Quali sono gli ostacoli che il soggetto incontra nel rapportarsi con l’ambiente che lo circonda?
- Fino a che punto questa restrizione limita il soggetto nelle sue quotidiane azioni?
- In quanto tempo avviene l’adattamento?
- Dopo un periodo relativamente lungo vengono a crearsi delle patologie (claustrofobia, ansia, attacchi di panico…)?
- Una volta eliminata la restrizione qual è la condizione psico-fisica del soggetto?
Production (risultato del restraint):
l’adattamento del soggetto alla nuova visione.
Dal monitoraggio delle tre fasi si intende realizzare un video che metta a confronto le due differenti visioni.
giovedì 9 ottobre 2008
Il tema di lavoro a cui abbiamo pensato di collaborare è ‘Transgender Artworks and Transgender Humans’; in quanto assolutamente inerente (Tiziana Contino) e affine (Angelo Spina) alla nostra ricerca artistica.
Il concetto su cui abbiamo focalizzato la nostra attenzione è l’idea di post human, di corpo oltre umano. Una macchina meccanica che descrive in realtà i movimenti biologici umani, come già profetizzato, in passato, a livello cinematografico da David Cronenberg (Crash, Il Pasto Nudo, Existenz) e le molteplici interconnessioni tra uomo-macchina-natura affrontate da Matthew Barney stesso ad esempio in Hoist.
Negli anni ’90, Helena Velena proponeva una definizione di Transgender, facente capo al movimento stesso nato in California :
Il Transgenderismo è una visione del continuum comportamentale che esiste tra le 2 polarità: quella dello spettro infinito di possibilità che si presentano “transitando” da un punto all’altro. Il transgenderismo legittima quindi l’esistenza dell’infinità possibile di momenti di “identità. (Helena Velena)
Ogni individuo è ed esprime un essere che è in continuo divenire, io ho posto l’attenzione su questo momento costante di ‘transito’, il formarsi del cambiamento e la sua possibilità di realizzarsi in modi totalmente radicali, all’interno dell’individuo. Essere un Transgender non significa essere necessariamente un transessuale, significa riuscire a transitare all’interno di esperienze non necessariamente classificabili e definibili; la mia ricerca individua l’esigenza di trasformazione e passaggio continuo.
David Bowie, mitico camaleonte, precorritore di tempi e modi-mode, è da sempre stato convinto che la cangianza e la possibilità di differenziazione di noi stessi sia insita nella natura umana: la forzatura sta nel costringere la nostra mente e il nostro corpo in una legislazione sterile, dettata dalla stereotipata visione del non-conforme. (Tiziana Contino)
Lo sfruttamento caotico dell’ambiente da parte dell’ uomo attraverso la macchina genera processi spesso autodistruttivi e fallimentari e la conseguente capacità della natura stessa di rigenerarsi fagocitando ciò che prima la minacciava.
L’interazione tra i fattori uomo-macchina-natura genera un essere nato dalla combinazione di forze biologiche e componenti meccaniche e determina un luogo in cui naturale e artificiale si contaminano e si sintetizzano. (Angelo Spina)
L’alchimia ha da sempre ricercato tecniche di trasformazione radicale della materia a cui dava il nome di Pietra Filosofale. Nei testi alchemici la figura che subisce tali trasformazioni è il Rebis; un androgino che incarna processi chimico-magici trasformandosi in un ciclo illimitato. Si può dunque approdare al non-genere muovendosi nell’infinità di generi attraversandoli e superandoli. Nell’opera Drawing Restraint 9 di Matthew Barney ritroviamo questi aspetti sviluppati visivamente nell’incontro fra i due ‘ospiti occidentali’, portatori rispettivamente della Nigredo e della Rubedo e nella loro sintesi che genera un nuovo stadio della materia, l’Albedo, che li porta a trasformarsi in balene (resurrezione, rinascita). In Drawing Restraint 9, ritroviamo una metamorfosi non più imperniata sulla mutazione genetica commista al meccanico, ma un ritorno ad una metamorfosi naturale dettata da leggi magico-rituali (shintoismo, animismo).
L’organismo cosciente è un aggregato provvisorio, una temporanea sostensione di particelle di informazione, di materia, di desiderio, in movimento verso il disgregarsi. (cit.Franco Berardi, in merito a Rizoma, Millepiani Capitalismo e Schizofrenia)
Deframmentazione – Assenza – Nomadizzazione.
Tiziana Contino e Angelo Spina
martedì 7 ottobre 2008
Buon lavoro a tutti
Francesca D.
TEMI DI LAVORO
lunedì 6 ottobre 2008
Situation is raw drive. It is a sexsual energy without discipline or direction. It is described by a diagram of the male and the female reproductive system in the six weeks old developing fetus. The sex of the fetus remains undifferentiated for the first seven weeks. Situation is indefferentiated sexual energy, and is characterized by hunger and indiscriminate consumption.
Production is the anal output of the path. Production is described by the form of two-headed dumbbell called the unit BOLUS. The unit bolus has the potential to close the three-phase PATH, joining the mouth of Situation with the anus of Production, enabling a meditation on an endless loop between desire and discipline.



